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È iniziata una nuova era

Cosa sono le CBDC – Central Bank Digital Currencies

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Cosa sono le CBDC – Central Bank Digital Currencies

What are CBDCs - Central Bank Digital Currencies

Innanzitutto facciamo chiarezza su quello che non sono le CBDC: non sono solo delle monete digitali, anche se spesso vengono spacciate per tali e lo stesso nome lo suggerisce. Del resto il dollaro, l’euro e tutte le valute tradizionali sono già in gran parte digitali. Ogni volta che viene emessa nuova moneta solo il 5% è contante, il resto è digitale, e questa percentuale è in continua diminuzione e l’utilizzo del contante viene sempre più limitato ed ostacolato.

Le CBDC vengono anche descritte come moneta digitale emessa dalle banche centrali che sfrutta la tecnologia di bitcoin ma con il vantaggio di essere garantita da una banca centrale e da uno Stato e quindi più sicura.

In realtà sono solo un tentativo dei governi di porre ancora più controllo su come e dove i cittadini spendono i propri soldi, aver maggior facilità nel tracciare le transazioni e bloccare i conti se necessario. Sono quindi l’esatto opposto di ciò che si prefigge bitcoin, cioè creare una infrastruttura finanziaria ed una moneta che siano slegate da ogni intermediario, in particolare da banche centrali e governi.

Differenza c’è tra CBDC e una criptovaluta

Questo punto è stato recentemente affrontato anche da Edward Snowden, informatico e attivista, ex tecnico della CIA famoso per aver rivelato i metodi usati per le intercettazioni telefoniche da parte di Stati Uniti e Regno Unito. Ha definito le CBDC il “gemello malvagio” della criptovaluta e anche “una perversione della criptovaluta, o almeno dei suoi principi e protocolli fondanti: una moneta criptofascista, espressamente progettata per negare la proprietà di base del denaro e mettendo lo Stato al centro di ogni transazione”.

Le CBDC snaturano completamente l’obiettivo stesso per il quale è nato Bitcoin, ovvero quella di creare una forma di denaro decentralizzata. Non sono una nuova forma di denaro. Sono in realtà solo un upgrade tecnologico alla stessa forma di denaro che viene utilizzata ora, ponendo le banche centrali in pieno controllo dei soldi dei cittadini. Controllo che ultimamente stanno perdendo sia per la diffusione di sistemi di pagamento, come We Chat, gestiti da aziende private e dalla diffusione di bitcoin e di altre cryptovalute.

Quindi per quale motivo le banche centrali stanno sviluppando queste CBDC?

In primis per riappropriarsi del controllo dei sistemi di pagamento, dato che ora, ad esempio in Cina, la maggioranza delle persone usa Ant Pay o We Chat per effettuare i pagamenti, piattaforme che sono in mano ad aziende private, Alibaba e Tencent, e quindi la maggior parte delle transazioni non passano per le banche. Mentre lo e-yuan, ovvero lo yuan digitale, già in fase di sperimentazione dall’aprile 2020, è fortemente integrato con le banche commerciali perché viene utilizzato grazie ad un portafoglio digitale detenuto dalle banche commerciali.

E poi è un tentativo, piuttosto goffo, di creare una alternativa bitcoin, un concorrente, ma in realtà hanno molto poco in comune dato che la principale caratteristica di bitcoin è la decentralizzazione, mentre le CBDC sono per definizione centralizzate. Hanno in comune il fatto di utilizzare la blockchain come registro per le transazioni. Capire la differenza tra bitcoin e le CBDC è importante anche per capire che utilizzare la blockchain di per sé non significa decentralizzazione.

Quali vantaggi dovrebbero portare le CBDC?

I sostenitori delle CBDC affermano che renderà le transazioni quotidiane:

  • più economiche, rispetto ad utilizzare sistemi di pagamento ad esempio come Visa/Mastercard
  • più sicure, eliminando il rischio della controparte (quindi anche se la banca commerciale fallisce sei comunque titolare dei tuoi soldi)
  • renderà più facile tassare le transazioni ed i patrimoni
  • renderà di fatto quasi impossibile nascondere il denaro al governo.

Sempre Snowden dice che “gli Stati spesso criticano bitcoin con una patina di preoccupazione paternalistica, sostenendo che il libero scambio, in assenza della propria intermediazione, trasformerà inevitabilmente il mercato in bische clandestine e in luoghi di carneficina pieni di frodi fiscali, spaccio di droga e traffico di armi”.

Questo è uno dei grandi falsi miti delle criptovalute. Secondo un recente studio di Chainanalysis, ripreso anche da Forbes e da Fortune, l’attività criminale riconducibile alle criptovalute nel 2021 ha rappresentato appena lo 0,15% dei volumi scambiati, quindi circa 1/600. E poi lo stesso Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti (Ufficio per il Finanziamento del Terrorismo e i Crimini Finanziari) ha dichiarato che “sebbene le valute virtuali siano utilizzate per transazioni illecite, il volume è ridotto rispetto a quello delle attività illecite attraverso i servizi finanziari tradizionali”.

Quindi è chiaro che non sia questo il vero problema. Il problema per lo Stato è perdere il controllo del denaro e soprattutto il potere che da questo ne deriva.

Quali sono i rischi delle CBDC?

Le CBDC sono delle criptovalute emesse dalle banche centrali, quindi come tutte le criptovalute sono una forma di denaro programmabile che registra le transazioni su un particolare tipo di registro, che si chiama blockchain. Il fatto di essere programmabile ma controllato da un’autorità è molto pericoloso perché significa ad esempio che può essere programmato affinché venga speso solo su determinati beni e non su altri. In sostanza viene dato all’emittente il potere di controllare come e dove vengono spesi i soldi. Ad esempio se viene elargito un determinato bonus, si potrebbe programmare in modo che questo possa essere speso solo per determinati acquisti e non per quello che si vuole. Oppure si potrebbero programmare anche in modo di farli “scadere”: ti vengono dati dei soldi e se non li usi entro una certa data non li puoi più utilizzare.

La presunta “sicurezza” e “convenienza” delle CBDC non è altro che un modo per lo Stato di sorvegliare in maniera sempre più incombente. È un tentativo di mettere lo Stato al centro dell’interazione monetaria, quindi al centro dell’uso e della custodia di ogni dollaro o euro che sia. Infatti le criptovalute decentralizzate sono considerate dalle banche centrali e commerciali come pericolose perché permettono la disintermediazione; proprio perché sono state progettate per garantire uguale protezione a tutti gli utenti, senza privilegi speciali per lo Stato. Queste criptovalute sono indifferenti verso chi le possiede, chi le usa e per cosa. Rappresentano uno sconvolgimento epocale, perché danno la possibilità di immagazzinare e spostare valore in maniera verificabile, indipendentemente dall’approvazione dello Stato. E questo è inaccettabile per le banche tradizionali, e soprattutto per gli Stati con valute sovrane, e quindi fanno di tutto per ostacolarle o provare a creare delle finte alternative come le CBDC.

Snowden, facendo una digressione sulla storia del denaro, conclude che “in una società sempre più digitale, non c’è quasi nulla che una banca possa fare per fornire accesso e proteggere i vostri beni che un algoritmo non possa replicare e migliorare”. L’importanza delle banche deriva storicamente dal fatto che dovevano detenere qualcosa di fisico che aveva del valore, oro, titoli, denaro contante. In un mondo della finanza sempre più digitale, che con bitcoin diventa anche sempre più decentralizzato, il ruolo delle banche perde di senso e quindi cercano con le CBDC di riappropriarsi del loro ruolo centrale.

Le CBDC sono quindi uno strumento molto pericoloso per la libertà finanziaria di tutti. Se dovessero prendere piede ci sarebbe un controllo totale sulla nostra vita finanziaria, in pratica la fine ad ogni tipo di libertà di spendere i soldi dove e come vogliamo.

Image Credits: HACKZEROs